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Basilica Santa Maria a Pugliano Piazza Pugliano Ercolano Napoli

 

 

La basilica di Santa Maria a Pugliano sita nell'omonima piazza, è la principale chiesa di Ercolano e la più antica della città e dell'intera area vesuviana.

La Madonna di Pugliano è patrona di Ercolano.

La Storia

Nell'XI secolo è attestata la presenza di un oratorio dedicato alla Vergine sulla collina denominata Pugliano il cui nome deriva probabilmente da praedium pollianum, un podere suburbano di Ercolano appartenuto ad un tale Pollio o Pollione. Si tratta del tempio più antico dell'area vesuviana e già alquanto famoso visto che nel 1076 una nobildonna napoletana fece lasciti a diverse chiese di Napoli e at S.Maria at Pugnanum tari 8. Altre testimonianze dell'antichità del santuario sono i due sarcofagi pagani in marmo del II e IV secolo d.C. che furono adattati ad altare cristiano probabilmente proprio dall'XI secolo: infatti un'iscrizione fa riferimento a tale Giovanni, figlio di Guaimaro V di Salerno che prese i voti nel monastero di San Sebastiano a Napoli da cui la chiesa dipendeva e del quale fu abate nel 1097.

Basilica di Santa Maria a Pugliano, Ercolano: i due sarcofagi del II (inferiore) e IV (superiore) secolo d.C.

Con la nascita del Università di Resìna, il tempio passò dalle dipendenze del monastero si San Sebastiano all'Università, che gestiva il santuario attraverso l'Estaurita i cui compiti erano regolati da appositi Capitoli. Al XIV secolo risale la statua lignea della Madonna delle Grazie, o Madonna di Pugliano, di pregevole fattura di gusto francese, venerata sull'altare maggiore. A quel tempo lo stato dei luoghi era completamente diverso da oggi in quanto il sito di Pugliano era una collina solitaria alla quale si accedeva dall'attuale via Trentola che costituiva l'unica via che saliva dal centro cittadino verso il monte curvando nella parte terminale proprio verso la chiesa. Per questo motivo, infatti, si suppone che il tempio originario era orientato in senso est-ovest e non nord-sud come l'attuale e in corrispondenza della strada vi è un bel portale marmoreo del Cinquecento (oggi murato) che potrebbe essere stato il principale accesso all'edificio primitivo.

Basilica di Santa Maria a Pugliano, Ercolano: il Crocifisso Nero in legno del XIV secolo

Proprio nel Cinquecento la chiesa raggiunse la massima fama: il culto della Madonna di Pugliano delle era tale da far affluire a Resina numerosi pellegrini da tutte le contrade vesuviane e dal 1574 si ha la prima citazione della chiesa come basilica pontificia. Sicuramente nel 1576 fu eretta a parrocchia con una giurisdizione spirituale che comprendeva il territorio tra il Vesuvio e il mare, tra Torre del Greco e San Giovanni a Teduccio. Solo nel 1627 i cittadini di Portici chiesero ed ottennero dal cardinale di Napoli il distacco della loro comunità dalla parrocchia di S.Maria a Pugliano.

Il santuario godeva di molte indulgenze plenarie concesse dai pontefici romani e confermate da papa Gregorio XIII con la bolla del 13 giugno 1579: il primo venerdì di marzo, nella Pasqua di Resurrezione e all'Assunzione di Maria era concessa l'indulgenza plenaria a coloro che si fossero recati in preghiera nel tempio. Per tale motivo, come scrive il Celano, il santuario era "Frequentatissima stazione per le molte indulgenze che vi sono è la basilica di Pugliano, e nel primo venerdì di marzo e nel giorno della Pasqua di Resurrezione, in modo che questa strada vedasi piena di carrozze che vanno e vengono".

Nella seconda metà del secolo furono eseguiti importanti lavori di abbellimento come la realizzazione delle due cupole maiolicate, i portali come quello già citato, e il campanile. Durante la terribile eruzione del 1631 la chiesa si salvò dalla distruzione in quanto la colata lavica si divise proprio a monte della collinetta di Pugliano e un ramo proseguì nei campi tra Resìna e Torre del Greco e l'altro andò a colmare il vallone a est dell'abitato dove scorreva l'antico fiume di Ercolano spingendosi fino a Portici, devastandola in gran parte. Con il solidificarsi della lava, si creò una nuova piana tra il centro di Resìna e Pugliano e nella seconda metà del XVII secolo vi fu costruita la via più larga e diritta che conduceva direttamente al tempio mariano, aprendosi in uno slargo proprio dinanzi al campanile. L'accesso più agevole spinse ad eseguire nuovi lavori che cambiarono radicalmente il volto alla basilica avvicinandolo a quello attuale: sicuramente fu ruotato l'orientamento del tempio con una nuova facciata accanto al campanile verso via Pugliano, con un porticato a quattro archi.

Nell'Ottocento vi furono ulteriori modifiche: nel 1843 a sinistra del campanile fu costruita la cappella della Reale Arcicontraternita della SS.Trinità; nel 1860 fu murata l'arcata più esterna creando una torretta a due piani dove fu successivamente montato un orologio e alle tre arcate tra il campanile e la torre furono apposti i cancelli. Il 18 ottobre 1849 papa Pio IX in esilio a Portici, visitò la basilica. Nel 1875 la statua della Madonna delle Grazie fu solennemente incoronata.

C'è da ricordare che dopo le trasformazioni del Seicento nell'area sul lato del tempio che guarda verso via Trentola fu realizzata la Terra Santa, il primo cimitero di Resìna che fu regolarmente utilizzato fino al 1906, anno della costruzione del nuovo cimitero nella zona a monte della città: fu uno degli ultimi cimiteri italiani ad essere utilizzati all'interno del perimetro cittadino.

Arte

Basilica di Santa Maria a Pugliano, Ercolano: il pulpito in legno del 1628

L'imponente campanile fu costruito tra la seconda metà del XVI secolo e i primi anni del XVII secolo. A pianta quadrata, è alto 36,26 metri e largo 6,68 metri. È a quattro livelli con tre ordini di arcate sulla facciata principale e due sulle altre; la cella campanaria ospita tre campane di cui la più grande misura 1,40 metri di diametro, pesa 4 tonnellate e fu fusa grazie ad una donazione di 1.100 libbre d'oro da parte di re Ferdinando II. Nonostante a realizzazione dei moderni caseggiati nella seconda metà del Novecento, resta uno degli edifici più visibili intorno al golfo di Napoli. L'interno è in stile tardo barocco, anche se ha subito numerosi rimaneggiamenti fino al 1935.

L'impianto è a croce latina, con tre navate e un transetto asimmetrico. Vi sono custodite opere di grande pregio artistico e storico: le lastre marmoree dei due sarcofagi del II e IV secolo d.C. (già menzionati); le due acquasantiere, ricavate da vasche di epoca romana e adattate allo scopo nel 1584; la statua della Madonna delle Grazie e il Crocifisso Nero, entrambe pregevoli opere lignee della prima metà del XIV secolo; la fonte battesimale, opera del 1425, tra le più antiche al di fuori della città di Napoli; l'altare maggiore, opera della fine del Cinquecento; il busto ligneo di San Gennaro, del XVII secolo; il magnifico pulpito, del 1685, coevo del Coro retrostante l'altare maggiore e dell'armadio a stiglio della sagrestia: le tre opere sono in noce.

Tra le opere pittoriche, quasi tutte di buona fattura ad opera di artisti locali, le più antiche risalgono al XVI secolo, come il battesimo di Gesù nella cappella di san Giovanni battista, la Vergine con san Sebastiano e san Rocco, nella cappella di San Sebastiano e la SS. Vergine del Rosario nella cappella del SS. Sacramento.

 

 


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